Organo di transizione dal regime liberale al regime corporativo, l'ATBI nasce con il preciso scopo di salvaguardare l'autonomia dell'ex Sezione economico-finanziaria della CGBF, in quanto unica legittima erede dell'originaria ABI. Da quest'ultima infatti eredita gran parte dello statuto. Per la prima volta viene indicata come sede ufficiale Milano e i propositi della nuova associazione sono individuati nella promozione di studi di tecnica bancaria e finanziaria e di intese tra le proprie associate. Queste ultime sono raggruppate negli stessi gruppi nazionali dell'ex Sezione economico-finanziaria della CGBF, con l'eccezione dei monti di pietà. Tra gli organi sono presenti: i consigli dei gruppi, composti da massimo 15 membri; il Consiglio generale, formato dall'unione dei consigli dei gruppi e con i compiti principali di nominare il presidente e redigere i bilanci; l'Assemblea, costituita da tutti i soci e con compiti di controllo dei bilanci; il Collegio dei probiviri, eletti dal Consiglio generale tra ex banchieri per la risoluzione di controversie tra le associate. Ai vertici dell'Associazione sono posti Giuseppe Bianchini alla presidenza e Roberto Ghislandi alla segreteria del Consiglio generale.
Grazie all'assunzione di un ruolo meramente tecnico si tenta di evitare fin da subito potenziali attriti con la Confederazione, e l'Associazione può così volgere le proprie attenzioni, tra l'altro, alla riforma del Codice di commercio (1930-1933), all'unificazione internazionale del diritto cambiario (Conferenza di Ginevra, 1930-1932), alla disciplina dei tassi d'interesse (accordo interbancario, o cartello bancario, del 1937), al riordino delle borse valori (1932), alla tutela dei portatori dei titoli esteri (debito pubblico dell'ex Impero austroungarico e crediti bancari verso la Germania) e ai lavori per la redazione della legge bancaria del 1936. Rilevante l'importanza affidata all'ambito culturale, stabilita già nello statuto, e concretizzata nella prosecuzione delle pubblicazioni di «Rivista bancaria» e di «Minerva bancaria». Con la stessa redazione unica degli anni precedenti, dal 1936 vengono unite in un'unica pubblicazione sotto il nome «Rivista bancaria-Minerva bancaria».
Dal gennaio 1935, con l'estromissione di Bianchini, ufficialmente promosso sottosegretario al Ministero delle finanze, e la nomina alla presidenza sia dell'ATBI sia della CFACA di Alessandro Parisi, si avvia ufficialmente il processo di unione delle due organizzazioni, nonostante la ferma opposizione dimostrata in più occasioni dalle banche maggiori. Opposizione attuata anche nella decisione finale dell'Assemblea sullo scioglimento dell'Associazione (16 dicembre 1936), allorché si decide di devolverne il patrimonio ad un istituendo istituto di cultura bancaria, poi concretizzatosi nel 1938 sotto il nome di Istituto nazionale per la cultura finanziaria e bancaria, cui viene affidata anche la pubblicazione della «Rivista bancaria-Minerva bancaria».
Presidenti:
Giuseppe Bianchini (1931 lug. 11 - 1935 gen. 24);
Alessandro Parisi (1935 gen. 25 - 1936 dic. 16).