Vai a Banche Italiane >

‹ Soggetti produttori

Confederazione Generale Bancaria Fascista (CGBF) Sezione sindacale (1926-1931)

Il 10 maggio 1926, a meno di un mese dalla conclusione dell'esperienza associativa dell'ABI, si viene a costituire a Milano la Confederazione generale bancaria fascista, che il decreto attuativo della legge 3 aprile 1926, n. 563 sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi di lavoro riconosce prontamente come "confederazione nazionale bancaria".

Brillante soluzione alla dualità tutta italiana sorta negli anni precedenti, la Confederazione, pur presentandosi come un'unica persona giuridica, con uno statuto unitario, al suo interno è organizzata in due sezioni nettamente separate e distinte: la Sezione sindacale, finalizzata allo studio e alla ricerca di soluzioni dei problemi relativi ai rapporti di lavoro tra banche e personale e composta dalle federazioni di categoria, e la Sezione economico-finanziaria, che eredita sostanzialmente tutte le funzioni prima dell'ABI ereditandone anche gli stessi soci, raggruppati nei sei gruppi nazionali: istituti nazionali di credito, istituti regionali di credito, banchieri privati, banche popolari, monti di pietà, società finanziarie. Ciascuna sezione ha un proprio Consiglio, composto da delegati delle categorie rappresentate, nonché propri direttori, segretari, consulenti. I consigli di sezione nominano ogni due anni i 60 membri del Consiglio generale della Confederazione, cui spetta, per statuto, la nomina del presidente e del direttore generale confederale.

Nonostante le indicazioni statuarie, la Direzione dell'esecutivo confederale viene alla fine demandata ai segretari di sezione e ai loro uffici, ovvero l'avvocato Mario Mammoli per la Sezione sindacale e l'avvocato Roberto Ghislandi per la Sezione economico-finanziaria. L'unica figura di collegamento tra le due realtà resta il presidente confederale, nella figura dello stesso Giuseppe Bianchini, già direttore generale dell'ABI. Da questa la CGBF eredita anche le sedi di Milano e di Roma, con gli stessi ruoli, nonostante le dichiarazioni del primo articolo dello statuto.

Grazie all'accorta resistenza dei principali banchieri, l'ABI riesce quindi a proseguire la propria attività sotto il nuovo nome di Sezione economico-finanziaria della CGBF, anche se il progressivo abbandono dell'indirizzo liberista da parte del governo fascista porta con sé non poche difficoltà. Gli anni seguenti portano soprattutto alla gestione di accordi già presi (come l'accordo per l'incasso delle cambiali e quello per i tassi d'interesse) e alla ricerca di soluzioni a nuove questioni bancarie prettamente tecniche (quali la disciplina dei cambi, la diffusione dell'uso dell'assegno, il riordino dell'istituto delle stanze di compensazione), tributarie (ovvero la riforma dell'imposta di ricchezza mobile, le tasse di bollo), con un piccolo intervento invece nella gestazione della legislazione sulla tutela del risparmio del 1926.

In ambito culturale, la Confederazione, tramite la Sezione economico-finanziaria, prosegue la pubblicazione del periodico "Rivista bancaria", a cura dello stesso presidente Giuseppe Bianchini per la parte giuridica, mentre la parte economica è affidata, dal 1929, al redattore unico Gian Franco Calabresi. A partire dal 1930, inoltre, alla medesima redazione è affidata la rivista "Minerva bancaria", creata due anni prima dalla Federazione dei funzionari di banchi.

Nel corso del primo semestre del 1931 avviene una seconda riorganizzazione dell'associazionismo bancario italiano in seguito al r.d. 15 gennaio 1931, n. 200 concernente modifiche sulla precedente legge 3 aprile 1926, n. 563 sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi di lavoro. La conseguente ridenominazione della CGBF in Confederazione nazionale fascista del credito e della assicurazione e l'inclusione in essa di categorie nettamente estranee all'ambito bancario, quali gli esattori delle imposte e le imprese di assicurazione, sancisce la scissione istituzionale tra le due sezioni della Confederazioni: la Sezione sindacale mantiene la nuova denominazione, mentre la Sezione economico-finanziaria prende il nome di Associazione tecnica bancaria italiana.

Presidente:
Giuseppe Bianchini (1926 mag. 10 - 1931 mag. 17).