Data di costituzione: 10 novembre 1909
Data di incorporazione: 9 ottobre 1927
Nel novembre 1909 un gruppo di una quarantina tra professionisti e proprietari costituivano la Banca Popolare Agricola Cooperativa. Le 499 azioni dell'importo di 50 lire ciascuna contribuirono a formare un capitale sociale iniziale di 24.950 lire. La banca con sede in piazza Cavour a Saluzzo si sarebbe resa protagonista di un rapido sviluppo testimoniato dal passaggio da 40 a 300 soci, un numero che superava di gran lunga quelli della locale Cassa di Risparmio. A distinguere la Banca Popolare Agricola dalla Cassa saluzzese era la concessione del credito agrario e una più dinamica politica di beneficenza. Nel tempo, l'attività si concentrava sullo sconto cambiario e nella corrispondenza con diverse banche nazionali quali per esempio la Banca d’Italia, il Credito Italiano e il Banco di Sicilia e straniere come il Banco Espanol de Rio de la Plata, istituto argentino di riferimento per i molti emigrati piemontesi. A livello territoriale, vennero aperte le agenzie di Cuneo, Cavallermaggiore e Sampeyre e divenne anche tesoriere del Regio Comizio Agrario del circondario di Saluzzo, dei consorzi stradali ed irrigui e di opere pie. Nel 1924, la banca venne premiata con diploma e medaglia d'oro all'Esposizione internazionale della cooperazione di Gand. Sempre nello stesso periodo, gli uffici vennero ammodernati e sistemati al pian terreno della sede e venne realizzata una camera di sicurezza sotterranea e corazzata per la custodia dei valori della clientela. Sul piano assistenziale, la banca confermava la sua vitalità concedendo, ancora nel 1924, diversi sussidi tra cui quelli alla Congregazione di Carità di Saluzzo, all’asilo infantile della frazione di Cervignasco e alla fiera zootecnica di Cavallermaggiore. A partire dall'anno seguente, tuttavia, la situazione economica della banca iniziò a peggiorare. L'esercizio 1925, infatti, non avrebbe dato i risultati sperati in quanto gli utili erano stati falcidiati dalla sensibile diminuzione del valore di quotazione dei titoli di proprietà della banca. A fronte di un rapido aumento dello sconto di effetti cambiari si doveva anche registrare la diminuzione dei depositi che si attestavano vicino ai 4 milioni di lire. L'andamento per il 1926 non fece che confermare il difficile momento. La quotazione dei titoli posseduti dalla banca, circa 2 milioni di lire, continuava a rimanere bassa, la rigida applicazione del decreto sulla tutela del risparmio aveva limitato i fidi concessi mentre era proseguita la discesa dei depositi fiduciari. Con il 1927, l'esistenza della banca di Saluzzo divenne sempre più precaria tanto che il Consiglio di amministrazione si era visto costretto a esaminare a fondo le possibilità di avvenire dell’istituto. Vista l'impossibilità di aumentare il capitale sociale, la dirigenza avrebbe deciso di cedere tutte le attività ad una banca “di grande reputazione che godeva di credito“ come la Banca Popolare di Novara. Quest'ultima pur non intenzionata ad estendere la sua zona d'azione nel Saluzzese avrebbe finito per accettare la proposta della banca che, dal canto proprio, non voleva veder svanire quasi due decenni di oculata amministrazione. L'incorporazione venne decisa nell'ottobre dello stesso anno.
Sede legale
Capitale sociale
Forma giuridica
Categoria bancaria
Fonti archivistiche
Fonti bibliografiche
Autore: Geoffrey Pizzorni | Ultima modifica: 13 febbraio 2023