Data di costituzione: 1888
Altre denominazioni
La Banca Passadore viene costituita a Genova nel 1888 da Luigi Passadore, unico figlio maschio di una famiglia originaria di Vaccarezza, piccolo paese alle spalle di Genova. Inizialmente Passadore ha un socio e, infatti, la denominazione dell'attività è "Antonio Pagano e C.", che negli anni successivi viene trasformata in "A. Pagano, Passadore e C". Nella Guida Amministrativa d'Italia del 1908 è infatti indicata la "ditta Pagano, Passadore". Nel 1914 la ragione sociale diventa "Banca Passadore e C.", società in nome collettivo.
Alle origini, Luigi Passadore, dopo un'esperienza in ufficio presso un banchiere svizzero operante a Genova, decide di mettersi in proprio e di fondare con un socio la Banca. Essa inizia la sua attività con un piccolo capitale, diversi rapporti di affari, una buona rete di corrispondenti (derivante anche dalla banca del banchiere svizzero presso cui aveva lavorato Luigi e che nel frattempo aveva chiuso). Nei primi anni del Novecento Luigi Passadore viaggia negli Stati Uniti, dove si costruisce anche un'importante rete di corrispondenti in America, che consente alla banca di gestire le rimesse degli emigranti ai loro parenti rimasti in Italia. Negli Stati Uniti egli acquista anche una partecipazione nella fabbrica dei sigari «De Nobili» di Long Island (New York) che, dopo qualche anno, rivende con discreto profitto. Passadore, inoltre, per agevolare gli emigranti italiani negli Stati Uniti nella rimessa di somme di denaro in Italia, prende accordi con alcune case bancarie americane che gli consentono di sviluppare una buona rete di affari. In virtù di tali accordi, le banche americane facevano pervenire alla Banca Passadore l'ammontare delle rimesse degli emigranti che affluivano ai loro sportelli. "La Banca Passadore poi provvedeva a recapitare ai destinatari, a mezzo di assicurata, le somme così ricevute, convertite però in nostri biglietti di banca" (ASBI - pratt., n. 6242, fascicolo 1, v. sotto). Dalla visita ispettiva di Banca d'Italia del 1929 si desume che Passadore sarebbe addirittura stato uno dei primi a introdurre in Italia questo sistema. Tale servizio incontra grande successo fra gli italiani emigrati nel continente americano. Per un certo periodo, nei primi due decenni del Novecento, la "rimessa emigranti" attraverso la Banca Passadore raggiunse anche i 150.000.000 di lire. Negli anni Venti, a causa delle restrizioni imposte all'emigrazione, le rimesse diminuiscono per attestarsi attorno ai 25.000.000 all'anno. Nel 1922 lavorano in banca con Luigi Passadore due dei suoi tre figli, ossia Alfredo e Augusto. Nel 1926, anno della morte di Luigi, subentrano alla guida della banca i figli Alfredo, Augusto e Ugo, che hanno un importante ruolo negli anni seguenti, caratterizzati da riforme della normativa bancaria e alcune congiunture di crisi, specie quelle causate dalla crisi del 1929. Alfredo, nello specifico, sviluppa l'attività commerciale operando in modo prudente ma efficace, diversificando la clientela e dando fiducia a chi dimostra buone capacità imprenditoriali. Augusto è invece un ottimo operatore di Borsa. Le doti relazionali di Ugo consentono infine alla banca di acquisire sempre un maggior numero di clienti. Della società in nome collettivo, inoltre, fanno parte anche le due figlie di Luigi Passadore e la vedova. Il 30 dicembre 1942 viene costituita una nuova società in nome collettivo, rogito notaio Francesco Lonardi, sempre con nome Banca Passadore e C., e capitale di 3 milioni aumentato a 5 milioni con atto del notaio Demartini del 14 dicembre 1944. Infine il 2 gennaio 1947, con rogito del notaio Luigi Grondona, la Banca Passadore e C. diventa una società per azioni a capitale di 20 milioni di lire. Il primo Consiglio di amministrazione è così composto: Alfredo Passadore, presidente e amministratore delegato; Carlo Ruffini, vicepresidente; Augusto Passadore, amministratore delegato; Giuseppe dei marchesi De Ferrari, consigliere; Anselmo conte Foroni Lo Faro, consigliere; Camillo Montalenti, consigliere; Claudio Schiaffino, consigliere.
In generale, fra il 1930 e il 1960 la banca conosce un grande sviluppo, godendo di fiducia sulla piazza e di ottime relazioni. Gli uffici si spostano in via Garibaldi, a Palazzo Cattaneo Adorno, e la clientela cresce esponenzialmente. Negli anni del boom economico i fratelli Passadore decidono di far entrare nel capitale della banca anche due importanti soci del settore assicurativo e finanziario. Nei primi anni Sessanta si avvia il cantiere per la nuova sede in via Vernazza che viene inaugurata nel 1965 alla presenza del ministro degli Interni Paolo Emilio Taviani e del cardinale Giuseppe Siri. Negli anni Settanta un terzo delle azioni della banca sono in possesso della famiglia Passadore, un terzo sono della «Centrale-Toro Assicurazioni», un terzo della Caap (Compagnia anonima assicurazioni di Torino). Queste due società sono controllate dal Banco Ambrosiano e arrivano al 66,66 %, e quindi non superano il limite statutario del 70%.
Nel 1981 Agostino attua un‘operazione che consente la trasformazione dell'azionariato della banca: a fronte delle difficoltà del gruppo finanziario che affiancava la famiglia Passadore nella compagine azionaria, egli riesce in breve tempo - prima del definitivo tracollo del gruppo stesso - a ricollocare le azioni detenute da tale socio presso un folto gruppo di nuovi azionisti: piccole banche private nonché prestigiosi imprenditori e famiglie liguri e piemontesi, tutti molto vicini alla Banca. Nello specifico, un gruppo di banche piemontesi, per proprio conto e per conto di propri clienti, insieme ad una quarantina di imprenditori liguri concludono l'acquisto del 66 % del capitale della Banca Passadore (che nel 1981 ha quattro sportelli a Genova e un'ottima reputazione nel mondo degli affari), al prezzo di circa 30 miliardi di lire pagati al gruppo Ambrosiano, da mesi interessato a realizzare la cessione di una partecipazione puramente finanziaria che consenta di incassare nuova liquidità di cui ha bisogno. Le banche piemontesi coinvolte sono in effetti i nomi migliori degli interessi finanziari privati della regione: la Banca dei Fratelli Ceriana di Torino, la Banca Anonima di Credito, sempre di Torino, la Banca Brignone di Pinerolo, la Banca Sella di Biella, la Banca Lamberti Meinardi e C. di Cuneo e il Banco di credito P. Azzoaglio. Il consorzio degli imprenditori liguri raccoglie sia industriali genovesi, sia della Riviera di Levante. A fine ottobre 1985 l’Assemblea dei soci delibera un aumento di capitale sociale, che passa da 4,2 a 14 miliardi di lire. Questo modello societario, ancora oggi in essere, fondato su di una proprietà azionaria frazionata ma unita, che affianca le quote detenute dalla famiglia Passadore, ha consentito di mantenere la piena autonomia e l'indipendenza, anche operativa, della Banca. Dal 1980 al 1988 diventa sempre più decisivo e predominante il ruolo di Agostino Passadore, figlio di Augusto, che lascerà alla sua scomparsa nel 2011, un segno indelebile alla banca. Dal 1988 in poi, con la liberalizzazione dell'apertura degli sportelli bancari, la Passadore cresce e si espande sul territorio con numerose filiali. Nel 2001 il capitale sociale è di 45.000.000 di euro. Attualmente i soci, oltre alla famiglia Passadore, sono riconducibili a circa 200 gruppi familiari o imprenditoriali e la Banca è presente in otto regioni con una rete di 25 Filiali e Agenzie (Genova con la sede e 7 agenzie, Milano, Roma, Torino, Firenze, Parma, Brescia, Verona, Alessandria, Aosta, Imperia, La Spezia, Chiavari, Albenga, Bordighera, Novi Ligure, Alba, Portofino e Ufficio di Rappresentanza di Santa Margherita Ligure).
Sede legale
Capitale sociale
Forma giuridica
Categoria bancaria
Fonti archivistiche
Fonti bibliografiche
Autore: Luciano Maffi | Ultima modifica: 28 aprile 2023