Data di costituzione: 20 dicembre 1922
Data di fallimento: 15 ottobre 1926
In un articolo intitolato "Le conclusioni dell'istruttoria per il dissesto della Banca di Credito e Commercio" apparso sull'edizione de 'La Stampa' del luglio 1926 veniva ripercorsa la breve esistenza di questa banca torinese. Costituita nel dicembre del 1922, fin dai primi mesi e seppure lo Statuto non lo prevedesse, la banca si era via via specializzata in operazioni di borsa “non tanto per conto terzi ma nell’interesse degli amministratori e per queste operazioni si impegnarono fortissimi capitali“. Le perdite erano state rilevanti e coperte da falsi in bilancio nei quali apparivano "profitti immaginari e dividendi del pari inesistenti che venivano corrisposti agli azionisti". Il "buco" della banca di corso Vittorio Emanuele avrebbe superato i 12 milioni di lire; una cifra che aveva fatto molto scalpore e che aveva coinvolto nel dissesto anche l'accomandita semplice Treves e C. per commissioni di Borsa. I proprietari e gli amministratori della Banca di Credito e Commercio erano stati poi arrestati tra la Svizzera e il Piemonte. Intanto, nell'ottobre del 1925, il Tribunale di Torino ne aveva dichiarato il fallimento poi chiuso circa un anno più tardi.
Numero del tribunale: TO 39/1923
Sede legale
Capitale sociale
Forma giuridica
Categoria bancaria
Fonti archivistiche
Autore: Geoffrey Pizzorni | Ultima modifica: 20 dicembre 2022