Data di costituzione: 21 agosto 1921
Data di incorporazione: 1995
Altre denominazioni
Il 21 agosto 1921, con atto rogato dal notaio Scagnelli, viene fondata la Cassa Rurale di San Rocco di Boffalora d'Adda (MI, poi LO). I soci fondatori sono 32, tutti domiciliati in Boffalora e in prevalenza fittabili, oltre a 2 sacerdoti (il coadiutore don Giuseppe Arioli e il parroco don Pietro Bergamaschi). La quota sociale di ingresso per ciascun socio è di 10 lire e primo presidente dell'ente è eletto il fittabile Settimo Andena. In ottemperanza al Testo Unico sulla disciplina delle casse rurali e artigiane del 1937, nel 1938 avviene il cambio di categoria bancaria e denominazione in Cassa Rurale ed Artigiana di Boffalora d'Adda. Nel 1947 l'istituto riceve l'ispezione delle autorità di vigilanza creditizia, che lo descrivono come una realtà di modeste dimensioni ma adeguata alle limitate esigenze dell'ambiente economico di riferimento, con 35 soci, bilanci sani e una massa fiduciaria in aumento pari a poco più di 5,6 milioni. Da una nuova ispezione avvenuta nell'agosto del 1951 si evince trattarsi dell'unica azienda di credito operante in Boffalora, con 51 iscritti e una massa fiduciaria in forte incremento di 33,5 milioni, a fronte di impieghi in portafoglio e conti correnti per 26 milioni. La cassa risulta discretamente gestita, con necessità di miglioramento soprattutto della parte contabile. L'istituto è di fatto amministrato dal ragioniere Carlo Raimondi, contabile-cassiere che dirige anche le casse rurali di Spino d'Adda, Agnadello e Vailate, sulla cui gestione gli ispettori sollevano alcuni dubbi, evidenziando l'esistenza di pendenze patrimoniali preoccupanti in quanto legate a una esposizione in sofferenza di 10 milioni verso un unico nucleo familiare. Il Raimondi viene poi sostituito nel 1959 perchè si ritiene operi con troppa autonomia e in maniera interessata. L'ennesima visita ispettiva del 22 ottobre 1960 evidenzia infatti una situazione patrimoniale fattasi preoccupante, con posizioni perdenti o di dubbio realizzo, la cui responsabilità è attribuita alla malagestione del Raimondi. Anche la liquidità dell'istituto risulta precaria, con impieghi di lungo corso non facilmente smobilizzabili e un conto economico caratterizzato dalla contrazione dell'utile. All'epoca i depositi fiduciari e gli impieghi sono rispettivamente di 130 e 92 milioni, mentre i soci sono 65. Nel ventennio successivo la situazione complessiva della cassa sembra però mostrare i segni di una decisa espansione. Consistente è l'incremento della massa fiduciaria, cresciuta a 811 milioni nel 1969, per poi passare a 6,26 miliardi dieci anni più tardi, con un utile netto positivo che sempre nel 1979 è di 174,7 milioni. Anche il corpo sociale è in crescita, con 104 soci nel 1969 e 226 alla soglia degli anni Ottanta. Proprio nel 1980 viene deliberata l'incorporazione della Cassa Rurale ed Artigiana di Monte Cremasco, con conseguente modifica della denominazione dell'istituto in Cassa Rurale ed Artigiana di Boffalora d'Adda e di Monte Cremasco. Nel 1987, sotto la presidenza di Giovanni Mugnaga, oltre alla filiale acquisita in Monte Cremasco la cassa è autorizzata a operare in 11 località tra le province di Milano e Cremona, i soci sono saliti a 554 e si gestisce una massa fiduciaria di 35,7 miliardi. Nel 1994 avviene il passaggio dell'istituto tra le banche di credito cooperativo, con il cambio di denominazione in Banca di Credito Cooperativo di Boffalora d'Adda e Monte Cremasco. Alla fine di tale anno, con la presidenza di Vittorio Camia, la banca è operativa anche attraverso le filiali di Lodi e Montanaso Lombardo, la raccolta fiduciaria è di 56,3 miliardi e il corpo sociale si è allargato a 645 soci. La cessazione dell'attività si verifica nel 1995, quando viene deliberata la fusione con la Banca di Credito Cooperativo di Cernusco sul Naviglio, operazione a seguito della quale nasce la Banca di Credito Cooperativo di Cernusco sul Naviglio, Boffalora d'Adda e Monte Cremasco, società cooperativa a responsabilità limitata con sede in Cernusco sul Naviglio.
Numero del tribunale: Tribunale di Lodi, n. 452
Sede legale
Capitale sociale
Forma giuridica
Categoria bancaria
Fonti archivistiche
Fonti bibliografiche
Autore: Maurizio Romano | Ultima modifica: 17 gennaio 2025