Data di costituzione: 9 maggio 1891
Data di scioglimento: 1991
Altre denominazioni
La Cassa Rurale di Prestiti di Caluso (TO) viene fondata il 9 maggio 1891, con atto rogato dal notaio Casoletti. Scopo della società, della durata prevista di 99 anni, è di "migliorare la condizione materiale e morale de' suoi soci, fornendo loro il denaro a ciò necessario e accettando dai medesimi ed anche da altri non soci denaro in deposito" (art. 2 dello Statuto). Possono fare parte della società solo persone giuridicamente capaci, di garantita onestà e moralità, non facenti parte di altra società a responsabilità illimitata avente il medesimo oggetto, iscritte nei registri della popolazione della frazione capoluogo del comune di Caluso o che vi tengano frequente dimora o "continuate relazioni", in grado di scrivere il proprio nome (art. 4 dello Statuto). I 23 soci fondatori sono tutti proprietari residenti in Caluso. Tra di essi figurano artigiani, agricoltori e insegnanti. La Cassa conosce un buono sviluppo già tra Otto e Novecento, sfiorando le 400.000 lire di depositi fiduciari nel 1900 e superando il milione già nel 1910. Intorno alla metà degli anni Venti l'ente figura tra le più importanti casse rurali della provincia, con una massa fiduciaria che alla fine del 1926 si attesta sui 7,3 milioni, in gran parte investiti in titoli di Stato. La crisi economica della seconda metà del decennio viene superata, grazie a una gestione oculata e prudente, senza eventi traumatici, sebbene il generalizzato clima di timore acuito dai dissesti che colpiscono vari istituti della zona generi i suoi effetti anche sul giro d'affari della Cassa, come documentato dalla sensibile diminuzione delle somme depositate a risparmio, che nel 1935 si sono ridotte a poco più di 5 milioni. Il 20 marzo 1938, a seguito dell'entrata in vigore del Testo unico sulle casse rurali e artigiane, l'Assemblea dei soci approva le modifiche statutarie per il cambio di categoria bancaria dell'ente, che assume la denominazione di Cassa Rurale ed Artigiana di Caluso. Nel 1940 la Cassa, che conta 295 iscritti e gestisce depositi per 5,2 milioni, ottiene dall'Ispettorato per la difesa del risparmio e per l'esercizio del credito di estendere la propria attività anche ai limitrofi comuni di Mazzè, Barone, Candia, Orio, Montalenghe e San Giusto, privi di una cassa rurale locale, pur senza potervi aprire propri sportelli. Dopo la Seconda guerra mondiale l'azienda prosegue il suo percorso di prudente sviluppo, con esiti reddituali non particolarmente rilevanti ma pure in assenza di partite creditizie in sofferenza e mantenendosi comunque in regime di ottima liquidità, circostanza che spinge gli organi di vigilanza a consigliare in più occasioni ai suoi amministratori l'adozione di un programma di investimento più proficuo delle disponibilità, sulla scorta anche della trasformazione economica della zona. Questa va infatti modernizzandosi, con la comparsa accanto alle preponderanti attività agricole e a un vivace artigianato locale di qualche stabilimento industriale di un certo significato in ambito tessile e meccanico. Nei decenni postbellici la massa fiduciaria è in costante ascesa, passando dai 12 milioni del 1945 ai 45,8 di metà secolo, per poi crescere fino ai 164,3 milioni del 1960 e ai 398 del 1970 (di cui 217 in titoli e 83 in impieghi vari), giungendo a sfiorare i 15 miliardi nel 1980, quando il rapporto tra titoli (1,9 miliardi) e impieghi (8,8 miliardi) risulta essersi ormai nettamente invertito a favore di questi ultimi. Nello stesso arco temporale, il numero dei soci che nell'immediato dopoguerra era di 260 unità, presenta invece un trend decrescente fino al 1970 (182 iscritti), per poi aumentare rapidamente ai 469 soci del 1980. La cessazione delle attività della Cassa di Caluso risale all'inizio degli anni Novanta, quando in conformità alle deliberazioni assunte in data 7 gennaio 1991 dagli organi amministrativi delle due aziende di credito interessate, con provvedimento del governatore della Banca d'Italia del 10 gennaio 1991 l'ente, già postosi in liquidazione volontaria, viene autorizzato a cedere le proprie attività e passività alla Banca Sella Spa con sede in Biella.
Sede legale
Capitale sociale
Forma giuridica
Categoria bancaria
Fonti archivistiche
Fonti bibliografiche
Autore: Maurizio Romano | Ultima modifica: 21 dicembre 2022