Data di costituzione: 16 dicembre 1921
Data di fallimento: 4 marzo 1933
Altre denominazioni
La relazione del curatore fallimentare affermava nel maggio del 1927 che il Credito Agricolo Commerciale di Chivasso era "una delle tante banche agricole...pullulate nel dopoguerra e che, provviste di un modestissimo capitale, iniziarono quell'opera di assorbimento di piccoli depositi in quei centri rurali". In effetti, nel dicembre del 1921, per iniziativa dell'ing. comm. Vittorio Diatto si era costituita la Banca di Chivasso, con sede nel comune e a Torino. Nei mesi seguenti, venivano aperte diverse succursali (a Brandizzo, Rondissone, Verolengo, Castelrosso, Castagneto Po e Torrazza) e - come scriveva un ispettore della Banca d'Italia nel 1927 - "per mezzo di agenti locali abilmente scelti fra le persone di maggiore notorietà in questi centri agricoli, aveva iniziato la raccolta di numerosi depositi a piccolo risparmio". Sempre nello stesso periodo "per acquistare maggior prestigio e maggiori depositi per aumentare anche il movimento di cassa" la banca assumeva la gestione dell'esattoria consorziale di Chivasso. I capitali raccolti venivano inviati alla sede del capoluogo e impiegati per lo sconto di effetti, anticipazioni, aperture di credito e altro "pare però subito con risultati disastrosi per numerose insolvenze dei clienti". Nel maggio del 1924, il comm. Diatto cedeva la totalità delle azioni all'affarista astigiano Prospero Pescarmona che già possedeva alcune banche tra le quali la Cassa Agricola di San Secondo di Asti e la Cassa Sconto di Torino. Pescarmona divenne l'amministratore delegato e contemporaneamente modificava la denominazione in Credito Agricolo Commerciale di Chivasso. La sede di Torino veniva chiusa e sostituita da una aperta ad Asti mentre venivano inaugurate diverse filiali nella provincia astigiana. Di lì a poco, anche il Credito Agricolo Commerciale di Chivasso, si trovò coinvolto nel cosiddetto "crack Pescarmona". Come scriveva 'La Stampa' nel giugno del 1927, “già tre anni prima la banca era già in pieno dissesto in quanto le perdite formavano un deficit che superava il capitale sociale“. I maneggi del Pescarmona, che il giornale torinese non esitava a definire “una congerie di operazioni e di traffici“, avevano fortemente contribuito a porre la parole fine alle vicende della a banca di Chivasso che, nel maggio sempre del 1927, era dichiarata in stato di fallimento. Chiusi i processi a carico del Pescarmona, nel corso del 1931 venne avviata la liquidazione del Credito. Con delibera assembleare del 4 marzo 1933, veniva approvato il bilancio finale della liquidazione.
Numero del tribunale: TO 24/1922
Sede legale
Capitale sociale
Forma giuridica
Categoria bancaria
Fonti archivistiche
Autore: Geoffrey Pizzorni | Ultima modifica: 21 dicembre 2022