Data di costituzione: 22 marzo 1903
Data di scioglimento: 21 dicembre 1965
Altre denominazioni
La Cassa Rurale di Prestiti di Cinaglio (AL, poi AT) viene fondata il 22 marzo 1903, con atto rogato dal notaio Vastapane. Scopo della società, della durata prevista di 99 anni, è il "miglioramento morale ed economico dei suoi membri e di aiutare specialmente l'agricoltura mediante atti commerciali, escluso ogni fine politico" (art. 2 statuto). I soci fondatori sono 23 proprietari residenti in Cinaglio, tra i quali figurano due sacerdoti (uno è l'arciprete don Giovanni Borio). A causa della marginalità economica del centro esclusivamente agricolo e vinicolo in cui opera e degli scarsi mezzi a disposizione dei suoi abitanti, la Cassa mantiene nel corso della sua esistenza una rilevanza modesta e di carattere prettamente locale. Essa supera però in maniera incolume tutte le avversità che negli anni Venti e Trenta determinano invece la chiusura di diverse società consorelle dell'area, rivelandosi istituto parsimonioso ma sano e gestito in maniera prudente ed equilibrata. Nella seconda metà degli anni Venti l'andamento della massa fiduciaria risulta anzi in lieve ma costante crescita, passando dalle 138.000 lire del 1926 alle 213.000 del 1928, per poi toccare un massimo di 225.000 nel 1930, quando il progressivo ritiro dei depositi da parte dei risparmiatori ne produce il graduale declino fino alle 173.000 lire del 1935. In applicazione delle norme contenute nel Testo unico delle leggi sull'ordinamento delle casse rurali e artigiane del 1937, il 27 marzo 1938 l'assemblea dei soci approva le modifiche statutarie che determinano il cambio di categoria bancaria dell'ente, che assume la denominazione di Cassa Rurale ed Artigiana di Cinaglio. Nel frattempo il numero dei soci si mantiene sostanzialmente stabile, diminuendo dagli 82 iscritti del 1936 ai 75 del 1940. Già a quest'epoca l'aumento delle spese di amministrazione e il mancato sviluppo di un giro d'affari comunque modesto fanno ipotizzare lo scioglimento anticipato della Cassa, in modo da favorire l'apertura in paese di uno sportello bancario facente capo a un istituto di maggiori dimensioni e capacità creditizia. L'assemblea dei soci stabilisce tuttavia di posticipare tale decisione, così da assicurarsi prima l'effettivo subentro del nuovo istituto, onde scongiurare al contempo il riapparire del fenomeno dell'usura per combattere il quale l'ente è sorto. Terminata la guerra, alla fine dell'esercizio 1945 l'ammontare dei depositi a risparmio si aggira ancora intorno alle 919.000 lire, facendo registrare a partire da tale anno un nuovo trend leggermente positivo, fino a toccare l'apice di 3,7 millioni di lire (di cui 2,7 investiti in titoli) nel 1950, quando l'ente conta 56 soci su una popolazione locale di 700 abitanti. Nel 1954 avviene il trasferimento della sede sociale negli ex-uffici comunali, ma lo spopolamento in atto a Cinaglio e il susseguirsi di alcuni cattivi raccolti indeboliscono ulteriormente l'economia del luogo e di conseguenza ogni possibilità di maggiore prosperità per la Cassa. Questa prosegue infatti a svolgere un ruolo limitato, con un giro d'affari sostanzialmente statico e una massa fiduciaria declinata a 2,5 milioni nel 1956 e risalita a 2,7 nel 1960, peraltro senza coprire i 3,4 milioni impiegati tra titoli di proprietà e portafoglio. In leggera ma continua diminuzione è pure il numero dei soci: 54 nel 1959 e 43 nel 1963. Anche il comune di Cinaglio (ridottosi a 350 abitanti) permane in un'area depressa e di scarse prospettive di sviluppo, tanto da riportare all'ordine del giorno la messa in liquidazione della Cassa e l'assorbimento del suo portafoglio da parte di altro istituto, senza conseguenze per i soci. Di fronte al rinnovarsi dell'impossibilità di trovare un ente interessato a esercitare l'attività creditizia tramite proprio sportello in loco - e di fronte all'ennesima contrazione a 1,7 milioni di lire della massa fiduciaria (con impieghi inferiori al milione) - nel 1965 l'assemblea dei soci delibera la cessazione della società, che nel medesimo anno viene cancellata dall'albo delle aziende di credito.
Sede legale
Capitale sociale
Forma giuridica
Categoria bancaria
Fonti archivistiche
Autore: Maurizio Romano | Ultima modifica: 20 dicembre 2022