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Cassa Rurale ed Artigiana di Bordolano

Bordolano (CR)

Data di costituzione: 19 aprile 1910

Data di incorporazione: settembre 1993

Bordolano (CR)

Altre denominazioni

  • Cassa Rurale di Prestiti di Bordolano [19 aprile 1910]
  • Cassa Rurale ed Artigiana di Bordolano [1938]

Il 19 aprile 1910, con atto rogato dal notaio Maffi, viene fondata la Cassa Rurale di Prestiti di Bordolano, società cooperativa in nome collettivo a responsabilità illimitata della durata prevista di 99 anni. Fine della società è di "migliorare le condizioni morali e materiali dei soci" attraverso "l'esercizio del credito a loro esclusivo vantaggio". I fondatori sono 17, tra i quali figura il sacerdote Ernesto Lazzari. Nel 1926 la cassa gestisce una massa fiduciaria di circa 50 mila lire, con utile netto di 2.945 lire e poco meno di 80 soci. Ispezionata nel 1927, evidenzia però una situazione molto precaria a causa di una tenuta patrimoniale messa a rischio da immobilizzi sproporzionati rispetto alle possibilità della società o di realizzo molto incerto, nonchè da spese eccessive per iniziative non statutarie a favore dei soci (si cita, ad esempio, una gita sociale ai cimiteri di guerra del fronte orientale). All'epoca l'istituto presta denaro all'8,5% e riceve depositi riconoscendo il 3,5% per le somme libere e il 5% per le vincolate. Negli anni successivi si procede con un piano di risanamento, attuato attraverso il progressivo smobilizzo delle partite incagliate e il ripristino della solidità patrimoniale, anche grazie all'intervento degli amministratori dell'ente che garantiscono in proprio il recupero degli effetti in sofferenza. Tra questi ultimi, un peso preminente è assunto dal prestito erogato a favore del filandiere Nicola Tedoldi, fallito nel 1928, le cui pendenze presso la cassa porteranno a perdite per complessive 90.000 lire. Secondo il bilancio del 1936, l'istituto gestisce depositi per circa 295.000 lire, un portafoglio con 55 effetti per 90.400 lire, titoli di proprietà per 51.800 lire e immobili valutati in circa 79.000 lire, in prevalenza provenienti dalla procedura concordataria seguita al fallimento Tedoldi. Permane inoltre un credito in sofferenza di 27.000 lire a carico degli ex-amministratori della società, per il quale si ottiene dall'Istituto delle Casse Rurali di Lodi l'impegno a garantirne il graduale rimborso. In tale anno l'utile netto di esercizio è di 392 lire, mentre i soci sono poco più di 60. Dopo la consegna del bilancio del 1937, in sede ispettiva si propone tuttavia di commissariare l'istituto, in quanto le supervalutazioni dei crediti iscritti a bilancio risultano superare il patrimonio sociale. Si evidenzia, inoltre, che la cassa è gestita da amministratori "dimostratisi incapaci di metterla sulla via della normalità". L'anno successivo, dopo il cambio di categoria bancaria e denominazione in Cassa Rurale ed Artigiana di Bordolano, in data 18 agosto 1938 il consiglio di amministrazione della società viene sciolto tramite decreto governativo, con cui si nomina commissario straordinario il rag. Giuseppe Guarneri. A inizio 1939 la relazione del commissario straordinario mette in evidenza perdite, supervalutazioni e inconsistenze di bilancio per 75.000 lire: per evitare la liquidazione anticipata si propone quindi un piano di risanamento delle sofferenze, la cui copertura viene in parte garantita ancora dall'Istituto delle Casse Rurali di Lodi e in parte ricorrendo al fondo di riserva. Si decide inoltre la messa in vendita delle quote di immobili ricevute a seguito della procedura di fallimento concordato del debitore Tedoldi. Negli anni Quaranta gli interventi di risanamento messi in atto mostrano effetti positivi e la situazione dell'ente migliora. Non si verifica però un deciso incremento dell'attività, anche perchè la società opera solo sulla piazza originaria e gli amministratori non mettono in atto iniziative per accrescerne il giro d'affari e attirare la fiducia dei risparmiatori locali, che preferiscono invece rivolgersi agli istituti del vicino centro di Casalbuttano. Alla metà del decennio, quando la cassa conta 39 soci, i depositi a risparmio e in conto corrente ammontano a 1,7 milioni di lire, impiegati principalmente in titoli di proprietà per 585.000 e depositi presso altri istituti per 814.000 lire. Al termine del secondo conflitto mondiale la massa fiduciaria cresce tuttavia più rapidamente, passando a oltre 4,2 milioni di lire a metà 1948 e attestandosi poi a 21,4 milioni nel 1955, anno in cui i soci sono aumentati a 79 e si registra un utile netto d'esercizio di 64.064 lire. Ispezionata nuovamente nel 1962, la situazione aziendale non è ancora del tutto tranquilla: se l'andamento è buono sotto il profilo della liquidità, la redditività è scarsa e la situazione patrimoniale risulta complicata da insussistenze nei comparti titoli e fondo liquidazione personale, oltre a perdite quasi certe dovute a crediti che assorbono quasi per intero il patrimonio effettivo. Si rileva una certa mancanza di competenze tra gli amministratori dell'ente, che pure si occupano attivamente della vita aziendale. Nel corso degli anni Sessanta si susseguono dunque risultati economici piuttosto deboli, principalmente per il limitato rilievo degli impieghi: nel 1969, con la presidenza di Ettore Catenacci e con un corpo sociale nuovamente ridottosi a 64 unità, a fronte di una massa fiduciaria di 285,6 milioni, 160,6 sono impiegati in titoli. Incrementi finalmente più consistenti si verificano nei decenni seguenti, con la massa fiduciaria che raggiunge gli 839,6 milioni nel 1976 e sale fino a 19,9 miliardi nel 1987, anno in cui il numero dei soci è cresciuto a 192 e, sotto la presidenza di Giampaolo Storti, la zona di competenza della cassa comprende anche le località di Casalbuttano, Castelvisconti, Corte de' Cortesi, Olmeneta, Pozzaglio, Robecco d'Oglio e Quinzano d'Oglio (BS). Di lì a qualche anno, l'attività dell'istituto viene a cessare a seguito della fusione con la Cassa Rurale ed Artigiana di Casalmorano, da cui nasce il 10 settembre 1993 la Cassa Rurale ed Artigiana del Cremonese, con sede in Casalmorano.


Numero del tribunale: n. 220 registro società Tribunale di Cremona

Sede legale

  • Bordolano (CR)

Capitale sociale

  • [31 dicembre 1926] 17.938 Lire italiane [Quote sociali e riserve]
  • [31 dicembre 1936] 27.636 Lire italiane [Quote sociali e riserve]
  • [31 dicembre 1945] 5.882 Lire italiane [Quote sociali e riserve]
  • [31 dicembre 1955] 264.067 Lire italiane [Quote sociali e riserve]
  • [31 dicembre 1969] 4.424.004 Lire italiane [Capitale sociale e riserve]
  • [31 dicembre 1976] 23.183.298 Lire italiane [Patrimonio]
  • [31 dicembre 1987] 2.711.225.818 Lire italiane [Patrimonio]

Forma giuridica

  • [19 aprile 1910] Società cooperativa in nome collettivo a responsabilità illimitata
  • [1938] Società cooperativa a responsabilità illimitata

Categoria bancaria

  • [19 aprile 1910] Cassa rurale
  • [1938] Cassa rurale e artigiana

Fonti archivistiche

  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Banca d'Italia / Vigilanza sulle aziende di credito (1926-1984)
    Pratica n. 4617, f. 1; n. 4618, ff. 1-2; n. 10874; n. 11689; n. 16320, f. 8; n. 16599, f. 3
  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Ispettorato del credito
    Pratica n. 644, f. 17
  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Relazioni e Bilanci
    Pratica n. 1007
  • Banca d'Italia (Roma)
    Albi ed Elenchi di Vigilanza
    matricola 203

Fonti bibliografiche

  • Casse rurali ed artigiane. Annuario, dal 1968 (1970; 1977-78; 1987-88)

Autore: Maurizio Romano | Ultima modifica: 17 gennaio 2025