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Cassa Rurale ed Artigiana di Albaredo d'Adige

Albaredo d'Adige (VR)

Data di costituzione: 7 settembre 1894

Data di incorporazione: 1971

Albaredo d'Adige (VR)

Altre denominazioni

  • Cassa Rurale di Prestiti di Albaredo d’Adige [7 settembre 1894]
  • Cassa Rurale ed Artigiana di Albaredo d'Adige [1938]

Il 7 settembre 1894, con atto rogato dal notaio Benedetti, viene fondata la Cassa Rurale di Prestiti di Albaredo d’Adige (VR), società cooperativa in nome collettivo della durata prevista di 99 anni. Scopo della società è il “miglioramento morale ed economico dei suoi membri mediante atti commerciali, escluso qualunque fine politico” (art. 2 Statuto). I fondatori sono 17, tutti domiciliati in Albaredo. Tra di essi figurano 16 possidenti e un “coadiutore”. Nel 1900 la società gestisce depositi per 55.000 lire. Nel 1926 tale cifra ammonta a quasi 228.000 lire, oltre ad accettazioni cambiarie per 100.000 lire. Tra le attività dell'istituto figurano invece effetti in portafoglio per 300.000 lire, mentre l'utile netto di esercizio è di 1.150 lire. Ispezionata nel giugno del 1929, la cassa risulta amministrata con zelo ed evidenzia una situazione complessivamente tranquilla, pur in presenza di qualche irregolarità contabile e di qualche credito di possibile incaglio, ma non tale da metterne in pericolo l'andamento generale. All'epoca dell'ispezione la società conta 193 iscritti e gestisce una massa fiduciaria di circa 370.000 lire, a fronte di un portafoglio effetti di 360.000 lire. Nei primi anni Trenta l'ente va incontro a un periodo di difficoltà, risentendo della crisi di fiducia attraversata da diversi istituti di credito rurali della zona: nel 1936, pur chiudendo l'esercizio in lieve avanzo (590 lire), i depositi a risparmio sono infatti diminuiti a 224.000 lire e in calo è anche il numero dei soci, sceso a 150 unità. Nel 1938, sulla scorta del riordinamento normativo introdotto l'anno predecente nel settore, avviene il passaggio di categoria bancaria e la modifica di denominazione sociale in Cassa Rurale ed Artigiana di Albaredo d'Adige. Sul finire degli anni Trenta la situazione dell'istituto mostra segni di recupero e una ispezione compiuta dalle autorità creditizie nel 1940 mette in rilievo l'aumento dei depositi a risparmio e la buona consistenza patrimoniale dell'ente, che si avvale di un discreto livello di liquidità e di riserve sufficienti. Al termine di tale anno la cassa conta 139 iscritti e gestisce depositi per 340.000 lire, mentre gli impieghi comprendono titoli di proprietà ed effetti rispettivamente per circa 120.000 e 180.000 lire. Una nuova visita ispettiva effettuata nel 1949 conferma la situazione di tranquillità dell'istituto, senza mettere in luce problemi di rilievo. All'epoca l'ente risulta ancora operare presso alcuni locali dell'asilo parrocchiale, restando aperto solo per qualche ora due mattine a settimana. Il suo circoscritto giro d'affari risente delle modeste dimensioni del paese di Albaredo, piccolo centro esclusivamente agricolo con limitate esigenze di risparmio. Nel 1950, sotto la presidenza di Angelo Ambrosi, la società conta 122 soci e amministra una massa fiduciaria di circa 2,44 milioni di lire. Nel 1956 viene approvato il nuovo statuto sociale, che muta la forma giuridica della cassa in società cooperativa a responsabilità illimitata. All'aprirsi del decennio successivo, l'istituto evidenzia una situazione patrimoniale piuttosto debole, confermando un'attività di raccolta del risparmio di scarso rilievo soprattutto per effetto della concorrenza esercitata sulla piazza dalla locale filiale della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno. Nel 1960 i depositi si aggirano infatti ancora attorno ai 2,5 milioni di lire e tendono a diminuire, l'utile è irrilevante e il corpo sociale si è ridotto a 40 unità. Nel giro di un decennio si registra tuttavia una certa ripresa del giro di affari dell'ente, che nel 1969 conta 89 soci e produce un utile netto d'esercizio di 440.000 lire. Nella loro relazione annuale all'assemblea sociale, gli amministratori della cassa mettono in evidenza i benefici effetti esercitati dall'economia locale in decisa ripresa, con depositi a risparmio e conti correnti passivi che superano i 160 milioni di lire, in aumento di ben 111 milioni rispetto all'anno precedente. Ciononostante, nel 1971 l'istituto cessa la propria attività, a seguito della decisione dell'assemblea dei soci di deliberarne l'incorporazione nella Cassa Rurale ed Artigiana di Bonavicina.


Sede legale

  • Albaredo d'Adige (VR)

Capitale sociale

  • [31 dicembre 1926] 9.353 Lire italiane [Riserva ordinaria]
  • [17 giugno 1929] 13.314 Lire italiane [Quote sociali e riserva ordinaria]
  • [31 dicembre 1936] 38.291 Lire italiane [Quote sociali e riserve]
  • [31 dicembre 1940] 41.615 Lire italiane [Quote sociali e riserve]
  • [31 dicembre 1950] 72.690 Lire italiane [Quote sociali e riserve]
  • [31 dicembre 1960] 197.000 Lire italiane [Patrimonio]
  • [31 dicembre 1969] 804.048 Lire italiane [Patrimonio]

Forma giuridica

  • [7 settembre 1894] Società cooperativa in nome collettivo a responsabilità illimitata
  • [11 novembre 1956] Società cooperativa a responsabilità illimitata

Categoria bancaria

  • [7 settembre 1894] Cassa rurale
  • [1938] Cassa rurale e artigiana

Fonti archivistiche

  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Banca d'Italia / Vigilanza sulle aziende di credito (1926-1984)
    Pratiche n. 5506, ff. 1-2; n. 5507, ff. 1-2; n. 10813; n. 11624; n. 16307
  • Banca d'Italia (Roma)
    Albi ed Elenchi di Vigilanza
    matricola 2468
  • Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia "Mario Romani" (Milano)
    Atti costitutivi di cooperative di credito (credito cooperativo cattolico e casse rurali in Italia fino al 1920)
    b. 2, f. 18
  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Ispettorato del credito
    Pratica n. 666, f. 53

Fonti bibliografiche

  • MAIC, Bollettino ufficiale delle Società per azioni (BUSA), dal 1883 (1900)

Autore: Maurizio Romano | Ultima modifica: 17 gennaio 2025