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Cassa Rurale di Villanovetta

Verzuolo (CN)

Data di costituzione: 5 maggio 1919

Data di scioglimento: 17 febbraio 1937

Verzuolo (CN)

La Cassa Rurale di Villanovetta, frazione del comune di Verzuolo (CN), viene fondata il 5 maggio 1919, con atto rogato dal notaio Sandri. Posta sotto la ragione sociale "Drago, Bernardi, Ghione e C." con durata prevista di 99 anni, la società "si propone l'elevazione economica e sociale dei soci, facilitando e promovendo [...] le loro iniziative individuali e associate mediante atti commerciali e il retto uso del credito amministrato con le discipline della cooperazione e della mutualità", ispirandosi "ai principi della sociologia cattolica". Tra i 31 soci fondatori, proprietari in prevalenza residenti a Villanovetta di Verzuolo, figura il locale parroco don Pietro Perrone, ideatore e principale amministratore di fatto della Cassa, mentre primo presidente viene eletto Giuseppe Drago. Dopo l'avvio la società agisce soprattutto come cooperativa di consumo, tanto che i primi depositi vengono utilizzati per l'acquisto di derrate da destinarsi a quanti non riescono a procurarsele presso i negozi privati a causa del vigente razionamento. L'esercizio del credito è invece finalizzato alla raccolta dei capitali necessari all'acquisto dei terreni e alla costruzione degli stabili per lo svolgimento di attività commerciali. L'attività economica della zona è infatti prevalentemente manifatturiera ed è caratterizzata, tra l'altro, dalla presenza della cartiera Burgo, che fornisce lavoro a circa un migliaio di operai e rappresenta la fonte primaria di reddito per la popolazione del luogo. La richiesta di credito rurale è pertanto molto limitata, mentre l'attività agricola è dominata da piccoli proprietari che commerciano principalmente in frutta. Operando in tale contesto, tra 1919 e 1920 la Cassa delibera lo stanziamento di complessive 130.800 lire per l'acquisto, il riattamento e la costruzione dei locali da adibire a latteria, forno, spaccio di frutta e relativi magazzini, ottenendo un'apertura di credito di 75.000 dal Credito Piemontese per coprire in parte le spese. Il 31 marzo 1922 assume la presidenza della società il geometra Paolo Roberto, che riorganizza l'attività di lavorazione del latte, chiude lo spaccio di frutta che opera in perdita e attua il risanamento delle passività esistenti, avviando un periodo florido per la Cassa. Nel 1923 il Credito Piemontese comunica di voler ridurre consistentemente il credito accordato alla società, che non potendo rimborsarlo in tempi brevi chiede e ottiene una nuova apertura di credito sempre di 75.000 lire dalla Banca di Piccolo Credito di Cuneo, grazie alla quale si estingue il fido preesistente. Nel 1924, a causa del disaccordo tra gli amministratori della Cassa in merito a una operazione commerciale di compravendita di vino che genera qualche perdita, il presidente Roberto rassegna le dimissioni e viene sostituito il 31 marzo 1925 dall'agricoltore Giuseppe Cesano. Nel 1929 il dissesto della Banca di Piccolo Credito di Cuneo determina una nuova perdita di 13.260 lire per la chiusura di un conto corrente attivo intestato alla Cassa, che ammortizza l'intera perdita in sede di chiusura del bilancio di fine esercizio grazie al reintegro operato da don Perrone attingendo alle proprie sostanze. Nel periodo successivo l'attività della società prosegue senza registrare particolari cambiamenti, sebbene il sopraggiungere degli effetti della crisi di fine anni Venti determini il graduale regresso dei depositi. Questi ultimi, dalle 86.000 lire del 1919, crescono a 220.000 nel 1924, raggiungendo il picco massimo di 287.000 nel 1927, per poi attestarsi a oltre 260.000 nel 1929-30 e scendere progressivamente a 195.000 nel 1935. Nel frattempo diminuiscono anche i soci della Cassa, che nel medesimo arco temporale passano da 50 a 28. In data 7 maggio 1935 giunge quindi la comunicazione del Ministero dell'Agricoltura e delle foreste con cui si rigetta il nuovo Statuto trasmesso dalla società, decisione motivata dall'applicazione delle vigenti norme sull'ordinamento delle casse rurali, che non contemplano per queste ultime l'esercizio dell'attività di cooperativa di consumo. Con tale comunicazione, il Ministero stabilisce perciò la vendita degli stabili commerciali e la chiusura dello spaccio sociale, imponendo il mantenimento della sola attività di credito rurale. In osservanza delle disposizioni ministeriali, l'Assemblea dei soci delibera la dismissione dell'esercizio commerciale e dei relativi immobili, da cui la Cassa ricava complessive 155.000 lire. La decurtazione della parte commerciale riduce tuttavia drasticamente l'azione della Cassa, la quale, oltre a operare in una zona già servita dagli sportelli della Cassa di Risparmio di Torino e della Banca Popolare di Novara, non può esercitare efficacemente il credito rurale per l'assenza di una locale classe di agricoltori bisognosa di prestiti, in quanto i proprietari dell'area possiedono mezzi sufficienti alla conduzione dei loro fondi. Il 17 febbraio 1937 l'Assemblea dei soci delibera dunque lo scioglimento della società, affidandone le pratiche di liquidazione al presidente Cesano e al socio Giuseppe Tranchero. Depositato il Bilancio finale di liquidazione il 18 novembre 1937, il 1° febbraio 1938 l'Ispettorato per la difesa del risparmio e per l'esercizio del credito notifica l'avvenuta cancellazione della società dall'Albo delle aziende di credito.


Sede legale

  • Verzuolo (CN) / Villanovetta [via Carlo Valerio Drago n. 5]

Capitale sociale

  • [31 dicembre 1936] 10508 Lire italiane [Quote sociali e riserva ordinaria]

Forma giuridica

  • [5 maggio 1919] Società cooperativa in nome collettivo a responsabilità illimitata

Categoria bancaria

  • [5 maggio 1919] Cassa rurale

Fonti archivistiche

  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Banca d'Italia / Vigilanza sulle aziende di credito (1926-1984)
    Pratica n. 6853, f. 4
  • ASBI - Archivio storico Banca d'Italia (Roma)
    Fondo Ispettorato del credito
    Pratica n. 672, f. 13

Autore: Maurizio Romano | Ultima modifica: 16 dicembre 2022