Data di costituzione: 16 settembre 1903
Data di scioglimento: 22 febbraio 1932
La Cassa Rurale di Prestiti di Montegrosso d'Asti viene fondata il 16 settembre 1903, con atto rogato dal notaio Vigliani. La società, con durata prevista in 99 anni, ha per scopo il "miglioramento economico e morale dei suoi soci e di favorire specialmente l'agricoltura mediante atti commerciali, escluso ogni fine politico" (art. 2 dello Statuto). I 9 soci fondatori sono il parroco di Montegrosso, arciprete don Patrizio Alessio, e otto proprietari agricoli residenti nella medesima località. Nel 1910 la Cassa gestisce depositi fiduciari a risparmio per 166.000 lire, a fronte di cambiali in portafoglio per 170.000 lire. Il declino dell'ente prende avvio nel 1921, quando si iniziano a concedere ingenti prestiti a privati coinvolti in operazioni rischiose e aleatorie. Uno di questi prestiti riguarda un finanziamento di 444.000 lire a un socio della Cassa per l'avviamento e la gestione di una azienda di concimi chimici e prodotti agricoli, che opera senza buoni risultati chiudendo in perdita nel 1931. Nel 1927 l'ente viene inoltre pesantemente colpito dal fallimento di un altro privato, il dott. Pospero Pescarmona, cui ha concesso prestiti per circa 1 milione di lire per diverse speculazioni di carattere immobiliare. All'epoca la Cassa gestisce depositi fiduciari per 885.000 lire e detiene effetti in portafoglio per 1.438.000 lire. La perdita netta d'esercizio registrata al termine del 1927 è di 85.500 lire, cui si aggiungono 100.000 lire relative a svalutazioni di crediti diversi e ulteriori perdite latenti riferite a titoli di proprietà per 200.000 lire da svalutarsi. Pur trovandosi in situazione di dissesto di fatto, su consiglio degli amministratori l'Assemblea dei soci non delibera la messa in liquidazione legale per non determinare il ritiro in massa dei depositi, nel tentativo di recuperare almeno in parte i crediti in sofferenza. La situazione finanziaria della Cassa non dà tuttavia segnali di miglioramento e con decreto del 23 agosto 1931 il prefetto di Alessandria procede alla nomina di un commissario prefettizio incaricato di seguire le operazioni di scioglimento o di reintergo volontario delle perdite. Convocata nuovamente in seduta straordinaria il 22 febbraio 1932, l'Assemblea dei soci delibera infine la messa in liquidazione della Cassa, con nomina del liquidatore rag. Giuseppe Gianoglio. Terminata la procedura liquidatoria, nel giugno del 1940 la società viene cancellata dall'Albo delle aziende di credito.
Sede legale
Capitale sociale
Forma giuridica
Categoria bancaria
Fonti archivistiche
Autore: Maurizio Romano | Ultima modifica: 15 dicembre 2022